Il modellismo ferroviario o fermodellismo è una specialità del modellismo che si occupa della costruzione di riproduzioni in scala di locomotive o altro materiale attinente in modo stretto il mondo ferroviario (rotabile, armamento, paesaggistica, ecc.).
Con l'avvento dei cosiddetti trenini elettrici con locomotive alimentate a bassa tensione attraverso le rotaie o da una linea aerea è diventata comune la costruzione di diorami ovvero riproduzioni di scene statiche oppure di "plastici" dove il materiale rotabile viene ambientato in un contesto geografico. La differenza sostanziale tra il diorama e il plastico è che il primo è la riproduzione molto dettagliata di una porzione di paesaggio ferroviario, mentre il secondo è costituito da uno o più itinerari ferroviari operativi che possono a volte raggiungere decine e decine di metri.
In questo caso, il fermodellista può occuparsi di diversi aspetti:
- la realizzazione degli elementi coreografici del plastico (stazioni, case, alberi, impianti, ecc...)
- la costruzione di un tracciato rotabile
- la collezione di miniature di materiale rotabile
- la realizzazione dell'elettronica di controllo
- conduzione dei modelli sul tracciato
cercando in ogni caso di riprodurre fedelmente i dettagli.
Le scale posso essere per scartamenti reali inferiori a 1250 mm, al nome della scala viene aggiunto il suffisso:
- m per scartamenti tra 850 mm e 1250 mm
- e per scartamenti tra 650 mm e 850 mm
- i per scartamenti tra 400 mm e 650 mm
Le più commerciali e vendute sono la H0, N. La scelta della scala con cui riprodurre gli elementi è, nella costruzione di un diorama, la prima che deve essere compiuta, e viene generalmente effettuata in base allo spazio disponibile. La scala 1 e la scala 0 sono generalmente riservate a grandi realizzazioni in parchi o giardini.
A queste si aggiunge la scala IIm (o LGB, dal nome del principale produttore) con il rapporto di 1:22,5, idonea alla costruzione di tracciati anche all'aperto; lo scartamento è uguale a quello della scala 1 (ovvero 45 mm.).
Per quanto riguarda l’alimentazione, ne esistono diversi sistemi che differiscono per tensione e tipo di corrente (alternata o continua). I due più diffusi sono quello a 12 Volt in corrente continua e quello a 14 Volt in corrente alternata. L'alimentazione viene erogata da un trasformatore oppure da una pila. Nel caso di alimentazione a corrente continua ciascun binario è collegato ad un polo (positivo e negativo) del trasformatore, in questo caso la corrente elettrica arriva al motore del modello tramite gli assi che appoggiano sulle rotaie. Nel caso di alimentazione a corrente alternata il polo positivo è collegato ai due binari mentre il polo negativo è collegato ad una terza rotaia posata al centro degli altri due (spesso sostituita con uno spillo annegato in ogni singola traversina), in questo caso il modello motorizzato è munito di un pattino che striscia sulla rotaia centrale per captare il polo negativo mentre il positivo viene collegato al motore attraverso gli assi. Nelle realizzazioni più complesse e realistiche uno dei due poli puo' essere trasmesso al motore attraverso la linea di alimentazione aerea tramite il pantografo installato sui modelli riproducenti locomotive elettriche od elettrotreni (in modo analogo ai treni veri). Recentemente il sistema di alimentazione ha subito un'evoluzione significativa. Non più complessi cablaggi, ma un unico circuito di alimentazione controllato da una centralina digitale. I decoder installati all'interno dei mezzi di trazione, rispondono ad un sistema di indirizzi precedentemente configurato su un binario separato detto di programmazione. Di sistemi digitali ne esistono in varie tipologie, ma il più usato è il DCC.